16/01/2013 ˑ 

Jon Reiss e il nuovo marketing cinematografico

Posted by Biennale

Produrre e distribuire un film al giorno d’oggi non vuol dire solo prendere soldi dagli studios. E non significa nemmeno solo ricevere soldi da altre persone. Jon Reiss ha dedicato la sua vita a studiare gli ultimi sviluppi del marketing cinematografico, diventando uno dei più rinomati consulenti esperti del cinema indipendente. Introdotto da Amy Dotson dell’IFP, uno dei group leaders di Biennale College – Cinema, Jon ha tenuto una lezione a San Servolo sul “nuovo modello” di distribuzione che è nato nel recente panorama cinematografico.

Prima c’era solo un modo per arrivare al proprio pubblico, ed era ovviamente vendere il proprio film ad uno studio: una compagnia acquistava tutti i diritti del tuo film, dando un pagamento anticipato. Le cose sono poi cambiate dividendo i diritti, così che il regista potesse scegliere il modo migliore e più efficace per distribuire e vendere il proprio prodotto. Ma quello di cui parla Jon adesso è un “Nuovo Modello” che va al di là della questione di dividere i diritti. Jon cita quello che chiama “Artist Entrepreneur”, che instaura una relazione a lungo termine con una base di appassionati che lo supporteranno nella carriera artistica e di regista. Ciò significa spostarsi da una concezione progetto-centrica ad una carriera-centrica.

L’artista viene visto come un marchio: specialmente nei suoi primi film, il lavoro che un regista fa nel suo film prepara la base del lavoro successivo. Quindi: cos’è che ha spinto il regista a dirigere il suo film? Cos’ha di così unico? Ogni pellicola è differente, ed ha bisogno di una distribuzione unica e di un piano commerciale strategico. Parlando in generale, Jon cita “il nuovo 50/50″, ossia che il 50% del tempo e del denaro del regista devono essere investiti nella produzione del film, e l’altro 50% nel distribuirlo. Non è certo una regola, ma qualcosa su cui ragionare…

Entrare in contatto col pubblico e costruire una community sembra qualche volta la sola via da seguire, assieme alla ri-classificazione dei diritti. File sharing, creare momenti ed eventi unici (ad esempio proiezioni speciali solo per una notte), generare dibattito tra la stampa, e il merchandising (confezioni innovative per dvd, edizioni limitate) sono solo alcune delle soluzioni per iniziare una campagnia diversa e personalizzata. La mole di lavoro non è certo poca. Ma preferireste vendere la vostra creazione a qualcuno che sicuramente non ve la darà mai indietro?